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Presentazione della raccolta "Sedici Porte" alla Biblioteca Comunale di Assemini


Venerdì 17 Febbraio alle ore 18:30 presso la Biblioteca Comunale di Assemini sarà presentato il libro Sedici porte, antologia annuale di racconti del Cantiere di scrittura creativa “Fahrenheit 365”, giunta al terzo anno di pubblicazione. Dopo Contrappunti. Cagliari mi ha detto e Storie minime. Cagliari mi ha detto, questa volta gli scrittori si sono cimentati con il genere fantastico. Trentotto racconti selezionati dalla Casa Editrice per mostrare le tante sfumature di un filone letterario particolare: il mondo evocato deve essere realistico, verosimile e probabile, lasciare il lettore nel dubbio che… Nelle storie c’è sempre un richiamo alla Sardegna e al suo splendido capoluogo, è un omaggio del Cantiere alla terra che lo ospita.
Anche la copertina è un omaggio a Cagliari, un particolare, scovato fra le vie del quartiere di Castello dalla fotografa Debora Fanti, che si sposa bene con la filosofia dell’antologia: aprite la porta e varcate la soglia dell’ignoto.
Buona lettura!


Il cantiere (che fu “Fahrenheit 365” e ora “Sabin”). 
Era una mattina tiepida e tersa, come solo a Cagliari di marzo...
Antonello (Pintus) ha voglia di caffè e m’invita al De Candia. Al bancone c’è una ragazza che il mio amico conosce per via dell’assidua frequentazione del locale. Soliti convenevoli, presentazioni di rito, battute neutre per diluire quei silenzi fastidiosi come il ronzio dei frigoriferi. “È uno scrittore?” Fa lei, illuminandosi. “Mi piace scrivere, a volte butto giù qualche cosa”. “Brava!”, le rispondo, mentre butto giù il caffè. Sorriso di circostanza e un sorso d’acqua naturale. “Sarebbe bello imparare a scrivere bene”, continua lei, recuperando le tazzine vuote. Solo allora faccio caso al suo accento straniero. Antonello mi guarda, pensa, soppesa le parole, poi, probabilmente convinto di aver già parlato, mi chiede: “Allora?” Lo guardo, penso, soppeso le parole, poi, assolutamente convinto d’essermi perso la prima parte della domanda, chiedo a mia volta: “Allora che?” “Si fa?”, continua lui. “Perché no?”, rispondo senza sapere di preciso a cosa. Intanto usciamo per la sigaretta di rito, camminiamo verso l’Accademia, dentro c’è Davide (Siddi), intento ad acquerellare un disegno da consegnare l’indomani (la tradizione vuole che Davide consegni i quadri in zona Cesarini): ci guarda sorridere come Jack Nicholson mentre cerca Shelleyuvall. “Allora?”, ci chiede. “Si fa!”, risponde Antonello. “Finalmente!”, esclama Davide, visibilmente soddisfatto. Poi continua: “Ma che?"
Così, per gioco, e per compiacere la barista, parte un laboratorio di quattro lezioni di scrittura creativa.
Un po’ di pubblicità sui “social” e una data stabilita, il 13 marzo, che a me piace particolarmente, perché sono nato il 13 agosto e ho firmato il primo contratto editoriale il 31 marzo: uno e tre, in ogni loro declinazione. La data, vuoi il karma, vuoi la cabala, vuoi che cade di lunedì e quindi non c’è molto da fare, si rivela propizia. Si presentano: una vice direttrice di banca, un’attrice di teatro, un futuro psicologo, un calciofilo cattedratico, una giocatrice di baseball, o softball, ma poteva essere anche cricket, e la barista.
Si parla, si scrive, si legge, si piange, si ride, si fa amicizia. Le quattro lezioni si esauriscono, è l’ora di salutarci, sono soddisfatto, è stata una bella esperienza. “E adesso?”, mi chiedono. “E adesso usciamo. Mi raccomando, se organizzate una serata in pizzeria, chiamatemi…”
Questo accadeva più di tre anni fa. E quell’Adesso si ripete ancora adesso.
Ecco com'è nato il Cantiere. Che all'inizio si chiamava “Fahrenheit 365” e ora “Sabin”. Ma procediamo con ordine: perché Cantiere e non scuola, corso, workshop, laboratorio, officina, fabbrica o fattoria? (“Fabbrica” non mi dispiace). Perché il nostro è un vero cantiere, cioè un luogo nel quale si progetta, si costruisce, si edifica (edifici di parole), si ristruttura, a volte si demolisce tutto e si ricomincia. E soprattutto è un cantiere all'italiana, perché si sa quando inizia, ma non quando finisce. In realtà il percorso formativo è strutturato in due anni accademici, ai quali poi si aggiunge un terzo, che può essere completato col quarto, che se poi si sta lavorando a progetti più complessi e articolati… Insomma, bisogna entrarci in cantiere per capire come funziona. 
E “Fahrenheit 365”? facile: conoscete “Fahrenheit 451”, il romanzo di Ray Bradbury? E sapete com’è nato il titolo? Cercate su internet, chiedete in giro, leggete recensioni: vi diranno che il titolo non riporta altro che la temperatura d’ignizione della carta. Falso. Primo, perché ci sono millanta tipi di carta, vari per peso, composizione chimica, impasto, inchiostratura, ecc… Secondo, perché 451 è semplicemente il numero sull’elmetto di Guy Montag, il vigile del fuoco protagonista della storia. La carta più diffusa al mondo è quella da giornale, che ha la temperatura d’ignizione di 365° Fahrenheit. Così, con una fava si prendono due piccioni: si corregge un pensiero diffuso e si diffonde una verità. Che poi è l’idea portante del Cantiere, si confuta la convinzione che per scrivere bene basta il talento, e si diffonde il principio che senza la tecnica e il metodo non si emerge in nessun campo, tantomeno in quello artistico. 
E poi, perché cambiarlo in “Sabin”? presto detto. Il capocantiere (Giorgio Binnella, ideatore del Cantiere e proprietario delle dita che stanno scrivendo queste parole) stava riordinando gli appunti delle lezioni per tirarne fuori un manuale. Soddisfatto del lavoro appena terminato, ha pensato a voce alta (come nelle telenovele): “Se adesso dovesse entrare qualcuno con la smania di diventare scrittore, potrebbe leggere questi appunti e…” Ed ecco che si presenta Paride Sabin, proprio con quel pallino in testa. Solo che non sa leggere. Un aspirante scrittore che non sa leggere: esatto! Dall'incontro con Paride Sabin, è nato “Hemingway non verrà”, la storia di un giovane e incolto boscaiolo che ha l’ambizione di diventare scrittore. Il protagonista del romanzo, che è anche un manuale di scrittura, che è anche un romanzo, ha dato al Cantiere motivo d’ispirazione ed energie nuove, così è stato naturale onorare il giovane Sabin. 
Questo è quanto, per il momento.

Alcune precisazioni su quanto sopra esposto:
1. non bevo acqua naturale dopo il caffè;
2. l'Accademia, ovviamente è l'Accademia d'Arte Santa Caterina, che attualmente ha sede presso il Lazzaretto di Cagliari, diretta dai già citati Antonello (Pintus) e Davide (Siddi), da Stefano (Obino) e dal sottoscritto;
3. il film con Jack e Shelley è “Shining”, di Stanley Kubrick;
4. in realtà la prima lezione di scrittura creativa si è tenuta il 12 marzo: qui è stata posticipata al giorno successivo solo per romanzare la storia;
5. Il resto l’ho riportato così come me lo ricordo, o forse come mi piace ricordarlo;
6. la vice direttrice di banca ancora sopporta pazientemente la mia voce durante le lezioni e nelle sedute di brain storming che facciamo quando scriviamo testi su commissione; l'attrice di teatro fa la storyteller per un'emittente radiofonica, ho la presunzione di credere che una piccola parte del merito vada al Cantiere; il futuro psicologo lo è diventato, siamo amici, quando può passa a trovarci; la giocatrice di baseball, o softball, ma poteva essere anche cricket, fa il paio con la vice direttrice, entrambi sono diventate docenti di scrittura del Cantiere; la barista, grazie alla quale è accaduto tutto questo, ha frequentato solo due lezioni;
7. l'incipit, la parte più vera della storia, non è altro che la versione in negativo (fotografico) del famoso "Era una notte buia e tempestosa".
Giorgio Binnella, ideatore del Cantiere

Potete trovare queste e altre informazioni sul cantiere all'indirizzo http://cantieresabin.blogspot.it/

Nel Sistema Bibliomedia trovate:
Sedici porte : racconti

Per informazioni:
Biblioteca Comunale di Assemini
Via Cagliari 16
tel. 070 949400
fax 070 949407
biblioteca@comune.assemini.ca.it

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